Qui il 24 giugno 1859 si scontrarono l’esercito sardo piemontese, guidato da Vittorio Emanuele II e l’ala destra dell’armata austriaca, condotta dal generale Von Benedeck, in una battaglia decisiva, grazie alla quale due anni più tardi sarebbe nata l’Italia.
Sul Roccolo, teatro di combattimenti cruentissimi, sorge la Torre, alta 64 metri. Dalla sua sommità un faro irradia di notte i tre colori della bandiera italiana visibili nel raggio di parecchi chilometri.
Fu inaugurata nel 1893 ed è dedicata al Re Vittorio Emanuele II, che morì nel 1878.
Appena entrato, il visitatore è accolto dalle statue e dai busti dei protagonisti dell’unità d’Italia: Vittorio Emanule II, Cavour, Garibaldi e Mazzini e da numerosi affreschi che illustrano alcuni episodi risorgimentali.
Salendo lungo la rampa di circa 400 metri che porta sulla cima della Torre, si ripercorrono gli episodi fondamentali del Risorgimento, attraverso affreschi disposti in ordine cronologico a partire dal 1848 con la Prima Guerra di Indipendenza, fino al 1870, con la breccia di porta Pia.
Giunto sulla terrazza, il visitatore può godere, nelle belle giornate, di un panorama che abbraccia l’intero teatro della battaglia, il lago di Garda e le colline moreniche.
Il Museo, che risale al 1939, è diviso in tre sale che espongono armi, cimeli e documenti, alcuni dei quali particolarmente toccanti. Accanto ai cannoni (Il Soprano, Il Tirolese, Micca, Pietro), ai fucili, alle baionette, ai proiettili, sono conservati oggetti d’uso quotidiano appartenenti ai soldati come: pipe, carte da gioco dipinte a mano, lettere, bottoni, medagliette, posate, un fazzoletto macchiato di sangue; si tratta di povere cose che ci fanno rivivere la quotidianità di tanti uomini che non tornarono alle loro famiglie.
Non mancano oggetti appartenuti agli Austriaci, a ricordarci che la sorte di molti di essi non fu diversa da quella dei loro nemici.
Nella sala multimediale è possibile assistere ad un video (10 min.) che ricostruisce in modo completo e dettagliato gli eventi storici.
La cappella gentilizia dei conti Tracagni, proprietari della cascina Contracania, che fu anch’essa teatro di aspri combattimenti, fu usata nello scontro come fortilizio. Qui e nelle sue vicinanze trovarono la morte centinaia di soldati di entrambi gli schieramenti, come ricordano numerose lapidi che ne riportano i nomi, l’età, la provenienza ed il grado con parole ancora oggi capaci di suscitare commozione.
Il 24 giugno 1870, terminato il disseppellimento dei resti, le ossa di più di duemilacinquecento soldati vennero raccolte a cura della Società Solferino e San Martino in questo tempio, in cui una lapide in latino, tedesco, francese e italiano ricorda che coloro che furono nemici in battaglia ora riposano insieme nella pace del sepolcro. L’esposizione dei resti, sui quali si possono riconoscere orribili ferite, vuole suscitare nel visitatore la consapevolezza delle atrocità della guerra.
Progetto 1: Armi e insegne militari nei luoghi della battaglia
Progetto 2: Caccia al tesoro
Progetto 3: Ludostoria
Il Risorgimento nello zaino
LA BATTAGLIA DI SOLFERINO E SAN MARTINO
LA PIETA’ VERSO I CADUTI
L’IDEA DELLA CROCE ROSSA
IL RACCONTO DI UN TESTIMONE
LA RIEVOCAZIONE STORICA
LA MEMORIA DELLA BATTAGLIA VISTA DA PHILIPPE DAVERIO
WEB CAM
Ingresso intero: 7 euro
Ingresso ridotto: 5 euro
Bambini (fino a 11 anni): gratis
Biglietto unico: 10 euro
Dal 17 marzo al 15 ottobre
Tutti i giorni 9:00 – 12:30 / 14:30 – 19:00
Festivi continuato
Dal 16 ottobre al 16 marzo
9:00 – 12:30 / 14:00 17:30 chiuso il lunedì
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