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Il Parco dei Sassi di Roccamalatina
Un viaggio nella natura

Il Parco dei Sassi di Roccamalatina
Un viaggio nella natura

Il Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina

Che cos’è un Parco? Una giornata sotto ai Sassi di Roccamalatina ve lo farà sicuramente scoprire. Prima di tutto, è un luogo da tutelare perché, al suo interno, vivono specie protette. E infatti proprio attorno ai Sassi, fa il suo nido il falco pellegrino: è proprio per questo che è stato creato il. Ma è anche un luogo in cui è possibile vedere numerosi altri animali, le tracce che lasciano, anche le più piccole, conoscere gli alberi e gli arbusti che vivono qui, ma non solo!

Sono presenti soprattutto castagni, anche secolari, querce roverelle e ornielli, tra i fiori la ginestra dei carbonai, ma anche orchidee selvatiche, tra gli arbusti il ginepro, il biancospino.

Il Parco ha dei custodi molto particolari, i Sassi di Roccamalatina che sono delle gigantesche formazioni di pietra arenaria risalenti a 25 milioni di anni fa! La loro è una storia veramente antica e capace ancora oggi di raccontarci l’evoluzione terrestre, la particolarità delle rocce e come i Sassi siano stati utilizzati nel corso dei secoli.

Ma l’avventura non finisce qui: perché oltre a rocce, specie animali e arboricole, il Parco custodisce anche un grande fiume, il Panaro, con i suoi rii e testimonianze del passaggio dell’uomo in ogni epoca.

Consigliamo per visitare il Parco due itinerari, anche se servirebbero molti più giorni per percorrere i suoi sentieri.

Itinerario breve (Borgo dei Sassi, carbonaia, Centro Parco “Il Fontanazzo” e mostra “Gli Ambienti del Parco”, Pieve di Trebbio)

Per una mattinata immersi nel Parco, è possibile partire dal Borgo dei Sassi, costruito attorno al 1200 con il nome di “Rocca di Sopra”, faceva parte dell’imponente fortificazione realizzata dalla famiglia dei Malatigni, che furono signori di queste terre per circa un secolo e sfruttarono le strutture dei Sassi adeguandoli a luogo in cui difendersi dai nemici con impalcature, balaustre, tettoie, passerelle…

Dal Borgo è possibile percorrere il sentiero che consente la Salita al Sasso della Croce.

I Sassi sono formati da rocce arenarie, che provengono da un ambiente marino e che, con il passare del tempo, sono emersi a causa dei movimenti della crosta terrestre. Oggi li osserviamo dopo una lunghissima erosione, iniziata 5 milioni di anni fa, che ha creato così una struttura incredibile, fatta di guglie e discese ripide per un’altezza di circa 70 metri.
Salendo verso la croce ci si può soffermare sulla composizione e la morfologia della roccia e sulle caratteristiche sabbiose dell’arenaria, ci si imbatte nelle strutture che sono state realizzate dall’uomo (grotte per il ricovero degli animali, poi utilizzate come rifugi fino a epoche recenti), i resti di una chiesa e i gradini che consentono di raggiungere la cima. Dal punto più alto si gode una vista incredibile sulla valle del Panaro, sugli Appennini e sui borghi del territorio.

Una volta conclusa la salita, si può proseguire lungo i sentieri 1, 2 o 3 per arrivare all’area in cui è stata ricostruita una carbonaia per raccontare non solo della produzione di carbone, ma anche della vita dei carbonai nella zona dei Sassi. Per trasformare la legna in carbone (risorsa necessaria nei secoli passati) venivano realizzate dei cumuli di legna disposti a cerchio, a forma di montagnetta, provviste di un camino per regolare l’apporto dell’aria. All’interno il legno che era stato disposto veniva fatto bruciare. Il processo di trasformazione durava fino a due settimane e il carbonaio restava nei pressi della costruzione realizzando una capanna dove dormire e in cui cucinare. Mantenendo l’attenzione sull’opera dell’uomo e su come ha sfruttato le risorse naturalistiche, è possibile proseguire fino al Mulino della Riva lungo il sentiero 3, dopo una bella discesa, costeggiando il Rio delle Vallecchie.

Ritornando verso la zona del Borgo dei Sassi, ci si incammina verso il Centro Parco il Fontanazzo, passando ai piedi del gigantesco Sasso di Sotto, dove possono essere facilmente avvistati gheppi e poiane in volo. Il Centro Parco è aperto all’interno di una bellissima casa colonica ristrutturata e ospita al piano terra la mostra dedicata agli ambienti del Parco. Oltre a un approfondimento sulle rocce e la composizione dei Sassi, che si possono toccare con mano, l’esposizione è realizzata con animali tassidermizzati: ungulati, roditori e rapaci. Sono visibili così alcuni esemplari di daino, scoiattolo, poiana, faina, grifone, donnola, tasso… All’esterno del Centro Parco è possibile sostare nell’area picnic.

Si prosegue poi per la Pieve di Trebbio e l’origine del nome potrebbe riferirsi a Treb (radice indoeuropea per villaggio), ma anche a Trivium, cioè l’incrocio di tre strade. In questa zona si raccordavano infatti la via Romea Nonantolana Orientale (detta via Longobarda) con la strada che univa Modena a Pistoia.
La Pieve di Trebbio, dedicata a San Giovanni Battista ha avuto una straordinaria importanza a partire dall’anno Mille, avendo il controllo di numerose chiese minori e numerosi appezzamenti di terreno da cui derivava anche ricchezza economica. L’edificio è realizzato in arenaria, ma numerose parti delle murature sono state sostituite e intonacate nel corso dei secoli. Tra le parti originali, ci sono ancora le absidi e i semicapitelli nello spazio interno.

Dalla Pieve di Trebbio si può proseguire, restando sul Sentiero dei Ponticelli (sentiero n. 1) e scendendo verso Marano, costeggiando il Rio Frascara e attraversandolo su piccoli ponti che ne consentono il guado.

Itinerario lungo (itinerario breve + Parco Fluviale di Marano e Museo dell’Ecologia e Storia Naturale)

L’itinerario aggiunge a quello breve alcune attività da svolgere nel territorio di Marano sul Panaro. Il Parco Fluviale è un’area molto vasta nell’alveo del fiume. Il Panaro nasce dalla confluenza dei torrenti appenninici Scoltenna e Leo e raggiunge la zona del Parco allargando il suo letto di ghiaia fino a 3 km nella massima espansione. Prosegue poi verso la via Emilia, lambisce Modena e prosegue la sua corsa fino a riversarsi nel Po nella zona di Bondeno.

ll Museo Civico di Ecologia e Storia Naturale di Marano sul Panaro è allestito con collezioni che raccontano i principali aspetti ecologici e naturalistici degli ambienti del territorio attraverso varie testimonianze e diorami.

Ulteriori approfondimenti

 

 

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Il Parco dei Sassi di Roccamalatina: un viaggio nella natura

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