Uno degli obiettivi a lungo termine del mondo scolastico è quello di rendere la scuola un luogo che accolga le differenze interpersonali come motore di sviluppo culturale collettivo. L’interpretazione in chiave antagonistica delle differenze, infatti, può portare ad atteggiamenti e comportamenti che emarginano determinati gruppi all’interno sulla base di pregiudizi sociali. La multiculturalità a scuola è uno potente strumento educativo per contrastare le discriminazioni sociali anche in classe, ma non solo.
A prescindere dalla natura delle differenze (fisica, etnica, sociale, economica…), risulta, dunque, essenziale e imprescindibile dai programmi scolastici l’esposizione di giovani studenti ai vari concetti di diversità con l’obiettivo di educare le classi al rispetto dell’alterità e al potenziamento della multiculturalità come valore aggiunto.
La creazione di un ambiente educativo sano e produttivo dipende anche dalla qualità dell’integrazione sociale di ogni individuo negli spazi dedicati alla formazione delle nuove generazioni come parte socialmente attiva della comunità.
L’educazione alla tolleranza si rende particolarmente necessaria nell’ottica in cui le forme di marginalizzazione sociale sono frutto di processi psicologici di categorizzazione talmente radicati nella società che spesso possono risultare addirittura inconsci.
Per questo motivo, è necessario fare un ulteriore passo verso un’inclusione che valorizzi al meglio la co-esistenza di storie e persone diverse in un unico ambiente, superando la mera accettazione di una realtà sociale ormai consolidata.
Per sostenere un’educazione completa di competenze trasversali anche in ambito sociale in senso più ampio, è bene sottolineare l’importanza dell’inclusione come pratica quotidiana e naturale anche negli spazi sociali della scuola, ad esempio con attività per l’intercultura o laboratori di accoglienza.
Un metodo che coinvolge e invita le classi a riflettere sul ruolo della partecipazione attiva è il contatto, anche visivo, con realtà multiculturali: allenare l’occhio alla diversità è il primo passo da compiere per superare il bivio tra discriminazione e tolleranza.
Vediamo allora qualche progetto nei musei in Italia per promuovere lo strumento della multiculturalità anche nella tua classe:
Il museo storico nel Palazzo Venier dei Leoni a Venezia che custodisce la collezione di Peggy Guggenheim apre i propri spazi al progetto Io Vado al Museo per sviluppare il tema della migrazione attraverso il metodo didattico del translanguaging.
L’esperienza offre alle classi una visita che si snoda in percorsi educativi a partire da un approccio linguistico che racconta le storie di persone con un background migratorio e ne riconosce il valore socio-culturale all’interno di una cornice internazionale.
Lo spazio del museo si trasforma così in un luogo informale che accoglie l’eterogeneità delle persone come ampliamento culturale che contrasta gli stereotipi sociali e che promuove, in senso letterale, la bellezza del dialogo interculturale attraverso un’esperienza di contatto diretto.
Milano globale. Il mondo visto da qui: è così che il Mudec (Museo delle Culture di Milano) riceve i visitatori alla sua collezione permanente all’interno di cinque sale ricche di oggetti storici e artistici che ricostruiscono storie singole ma interconnesse, restituendo a chi osserva un’unica visione globale sulla realtà.
La collaborazione tra attivisti, mediatori culturali, artisti, accademici e persone con storie transnazionali ha dato vita a uno spazio espositivo che attiva un dialogo interattivo tra il concetto di museo etnografico e le realtà multiculturali della globalizzazione.
La visita espone le classi a una timeline caratterizzata da preziosi oggetti dell’età moderna provenienti da Europa, Africa e Asia durante le varie ere colonialiste per sottolineare i rapporti di interconnessione tra le varie culture e comunità.
In particolare, nell’esperienza all’interno delle ultime due sale si raccontano i vari processi di rappresentazione transculturale nella città di Milano che, ad oggi, continua a riconfermarsi una metropoli cosmopolita e multietnica. Le interviste esposte riprendono i materiali artistici creati per il progetto Milano Città Mondo con l’obiettivo di ispirare, ricercare e apprezzare l’arte delle generazioni multiculturali.
Quasi due anni fa il Museo dell’Emigrazione Italiana (MEI) ha aperto le porte al pubblico per la prima volta a Genova, invitando visitatori italiani e stranieri a percorrere un’esperienza interattiva e multimediale suddivisa su 3 piani e 16 aree tematiche che raccontano alcune delle storie più rappresentative delle migrazioni italiane.
Dopo anni di ricerche scientifiche e progettazione, il museo propone alle classi visitatrici circa 70 postazioni interattive e immersive per esplorare i documenti storiografici digitalizzati come lettere, fotografie, diari e giornali che testimoniano le diverse fasi dei movimenti migratori dall’Italia.
L’obiettivo della visita è quello di informare, ma soprattutto attivare a livello emotivo la riflessione su un tipo di empatia che sconfina i limiti del tempo e dello spazio. L’approccio interattivo mira a stimolare l’immedesimazione anche sensoriale in storie di movimenti, migrazioni e diversità sociali. In questo modo, studentesse e studenti hanno accesso a un ambiente che illustra a immagini e parole realtà diverse, accorciando la distanza tra il “noi” e il “voi”.
Torna a Ravenna con grande entusiasmo il Festival delle Culture che preannuncia un programma ricchissimo di mostre, film, spettacoli, concerti e incontri con scrittrici e scrittori sui diversi temi attorno all’interculturalità: dai diritti umani alle questioni geopolitiche e di genere.
Gli eventi si svolgeranno dal 4 Marzo al 20 Luglio in collaborazione con più di 70 enti e associazioni. In dettaglio, il programma del festival focalizza la tematica delle diversità sociali nei seguenti eventi:
Consulta il programma completo sul sito del Comune di Ravenna.
Il progetto culturale AMIR – Accoglienza, Musei, Inclusione e Relazione è nato nel 2018 grazie alla collaborazione tra 25 mediatori e mediatrici culturali e 17 musei, collezioni, borghi, Chiese e spazi pubblici nelle città di Firenze e Fiesole. “Amir” significa principe in arabo ed è l’iniziativa finanziata da Fondazione CR Firenze, Comune di Firenze, Regione Toscana e UNAR con l’obiettivo di valorizzare le storie di persone con un passato migratorio come arricchimento del patrimonio culturale e museale.
Queste narrative diventano il tema centrale di visite, laboratori e video-lezioni per giovani partecipanti: il museo prende vita in uno spazio che racconta esperienze originali e identitarie in termini personali, ma anche culturali. Oltre alle sale del museo, il progetto sconfina anche nello spazio urbano per sottolineare che le migrazioni sono una risorsa sociale che si riflette in tutto l’ambiente culturale.
Il calendario per il 2024 offre un programma di eventi fino a Giugno tra Fiesole e Firenze: è possibile prenotarsi a visite guidate all’interno dei musei, così come a incontri per letture originali insieme a mediatrici e mediatori culturali di AMIR. In particolare, in occasione della Settimana di Azione contro il Razzismo, si svolgeranno i seguenti incontri il 23 Marzo:
Scopri i progetti per promuovere la multiculturalità a scuola e porta la tua classe in viaggio tra identità e cultura!
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